Io sto con UBER (ma si salvi chi può).

20 05 2014

Io non ho avuto (ancora) il piacere di usare UBER ma lo farò presto. Non conosco Benedetta Arese Lucini personalmente ma le offro tutta la mia solidarietà.

Perché UBER è un simbolo. È il simbolo di come questo paese NON voglia cambiare, aprendosi alla innovazione, alla modernità, ma soprattutto, in ultima analisi, alla competizione ed hai vantaggi che ne trarremmo tutti.

UBER difende il suo interesse, come anche i tassisti, certo. Tuttavia, la differenza sostanziale è che non è un interesse monopolistico. Chiunque altro potrebbe sviluppare una “app” simile (ma anche migliore, e parlo per conoscenza diretta) utilizzando le tecnologie oramai comunemente disponibili sia a bordo delle auto (GPS) che negli smartphones. È il principio della concorrenza, bellezza.

Qui la posta in gioco non è la difesa dell’interesse corporativo di una sparuta minoranza, chiassosa e talvolta violenta, di persone che hanno speculato privatamente , con la complicità della politica, su un bene (le licenze) che dovrebbe essere incedibile. D’altra parte dell’uso privato di beni pubblici la storia del nostro paese è piena, basterebbe pensare alle frequenze per le televisioni, piuttosto che agli “slot” ceduti ad Alitalia (e non utilizzati) su tratte di alta frequenza come Milano-Roma per impedire l’esercizio della concorrenza.

Il caso UBER illustra, in tutta la sua plasticità, l’enorme conflitto di interessi che si è realizzato tra la politica che ha sempre gestito la cosa pubblica a fini privati (il vantaggio elettorale di questo o quel politico o amministratore) ed il vantaggio di singoli gruppi di interesse.

Questo è il nostro paese. Un luogo dove la politica si confonde con il familismo amorale che a sua volta si mescola con il capitalismo relazionale e tutto si basa su un fondamentale e immenso voto di scambio.

Non comprendere questo significa semplicemente non comprendere la vera posta in gioco, adesso, in Italia. La nostra incapacità di competere sta in questo, nel non accettare le regole del mercato, nel non comprendere che non è nella sterile e perdente difesa di posizioni di retroguardia che può stare il rilancio del paese, ma nel guardare in faccia la realtà e comprendere che il rilancio sta in ricette dure ed amare che mirino alla demolizione delle mille rendite di posizione che hanno incancrenito la nostra forza economica e competitiva.

Il nostro paese avrebbe bisogno di una vera, radicale rivoluzione, ma ritengo che sia ormai strutturalmente incapace di darsela. Il livello di calcificazione degli interessi particolari attraversa larghi strati della società italiana e ciascuno di questi, per convenienza o per “quieto vivere”, si guarda bene dal muovere troppo le acque, temendo che il sommovimento potrebbe ritornargli in faccia.

Non stupisce, a ben pensarci , in questa vicenda, il silenzio ipocrita del Movimento 5 Stelle, che pur ammantandosi della bandiera del movimento anti sistema si guarda bene dall’esserlo realmente ed invece di aprire alle vere innovazioni che potrebbero tradursi in minor costi di mobilità per una grande maggioranza, preferisce evitare lo scontro diretto e mantenersi su temi più populistici.

Io sto con UBER, come sto con tutti coloro che sinceramente e genuinamente vogliono cambiare questo paese, anche se onestamente penso che il nostro sia ormai un paese fottuto. Alle nuove generazioni, ai miei figli, mi sento solo di dire, che se non si può cambiare il paese, cambiate paese. Si salvi chi può.

Marco Saltalamacchia


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3 responses

21 05 2014
Fabio Ronchi

Caro Marco,

Hai perfettamente ragione.
Il problema è politico, perché se non vengono cambiate leggi e regolamenti, quelli che disciplinano il servizio del trasporto pubblico, Uber ha formalmente torto e i tassisti, ahimè, ragione.

21 05 2014
Marco Dell'Omo

Ciao Marco,

malgrado come siano finite certe faccende, sai che Uber è quello che io, anni fa, avevo idealizzato come Progetto Gaia. Fondamentalmente non mi interessava svilupparlo direttamente, anche se mi sarebbe piaciuto dare una scossa ai dogmi del trasporto. Devo ancora provarla questa app. Tanta gente a cui ho proposto, il mio progetto, non ci ha creduto. C’è chi riesce a vedere oltre il muro e chi no, oppure chi non vuole, perchè troppo lesivo per gli interessi di pochi. Quando si parla di mobilità, gli interessi non sono circoscritti al sistema “TAXI”, ma come al solito qualcuno dall’alto, strumentalizza qualche categoria, per portare a termine una battaglia, che non vuol combattere a viso scoperto. Per il resto, io sto con chi l’Italia la vuol cambiare e ci sto provando; solo dopo che gli italiani avranno espresso l’ennesima volontà, di non voler cambiar nulla, dovrò prendere coscienza e valutare il cambio di un Paese che non può darmi altro, che un clima di continua competizione sociale. Insegnano ai nostri figli, sin dalle scuole meterne ad essere il primo della classe, per potersene fregiare e salire la piramide. Nessuna piramide.

22 05 2014
Efficentix

Ciao Marco, da quando sono arrivato in Italia nel 98 prendo un NCC a Roma se devo andare a Roma e ho una giornata piena. ( in origine l’unico problema era, che non avevano vetture del gruppo VW, cosa che abbiamo risolto subito. E ancora oggi, che non sono più legato ad un marchio mi appoggio agli NCC, vetture nuove e belle, aria condizionata che funziona, no rissa e coda alla stazione, conducente lavato e profumato, educato e civile, e se alla fine della giornata farei i conti, sicuramente ho speso meno che con un Taxi, è solo una questione di organizzazione , e se una APP come Uber aggrega e da un servizio, ben venga, e i tassisti dovranno adeguarsi: vetture pulite, no odore di fumo in vettura, no parolaccie, no furberie, no Multipla o Stilo che ti spacca la schiena, e potrei continuare …….. Ben vengano le novità se migliorano il servizio.

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