Cronache Lombarde – 34° Giorno (ex-isolamento)

13 04 2020

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“La verità nella scienza può essere definita come l’ipotesi di lavoro più adatta ad aprire la strada alla successiva” (Konrad Lorenz)

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Nella anticipazione di ieri, abbiamo proposto questo grafico, che abbiamo molto utilizzato negli scorsi giorni:

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Il grafico rappresenta l’andamento dei “nuovi positivi” (da distinguersi dal “netto positivi” che esclude dai “nuovi positivi” i guariti ed i decessi della stessa giornata) a confronto con i decessi registrati ìin pari data.

Per una migliore lettura, il grafico e su doppia scala, a sinistra i positivi ed a destra i decessi.

La peculiarità di questo grafico, era che avevamo presto notato come ai picchi dei “nuovi positivi” corrispondessero anche i picchi dei “decessi”. Dato effettivamente non congruente (come se il decesso intervenisse istantaneamente al momento della emersione del caso).

Con il tempo, abbiamo appreso invece che esiste un ritardo temporale fra la produzione del risultato del test e la sua ufficializzazione (circa 4 giorni).

Ugualmente, abbiamo appreso da questo studio dell’Istituto Superiore di Sanità che il tempo  mediano (cioè quello che divide i casi in due esatte metà) tra ospedalizzazione e decesso è di circa 4 giorni (ed 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi):

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Infine abbiamo anche osservato come  dei 57.562 casi finora rilevati siano stati complessivamente ospedalizzati 48.534 pazienti (il 70,5%):

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A questo punto, l’interpretazione del grafico di prima, che vi riporto qui per comodità di lettura è assai semplice.

1I “nuovi casi” che vengono quotidianamente letti sono relativi (per il 70%) alle ammissioni ospedaliere di 4 giorni prima, cui segue, nel 26% dei casi, la maggioranza dei decessi.

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Tuttavia, qualcosa è cambiato. Le due linee (quella dei decessi e quella dei nuovi casi) non procedono più appaiate ma si sono “dissociate” l’una dall’altra ed in un modo positivo. Ovvero, alla nuova crescita dei casi non corrisponde più una nuova crescita dei decessi. 

Cosa è successo? 

Ho letto di molte ipotesi, come ci sia adesso una migliore cura dei pazienti, dovuta alla maggiore disponibilità di posti di terapia intensiva, oppure anche minore letalità del virus, se non addirittura l’arrivo di nuove terapie mediche, certamente ipotesi tutte plausibili.

Io invece ritengo che il consueto rasoio di Occam ci suggerisca una diversa analisi, che provo qui ad esporre.

Diversi studi (come sempre in fondo, nella sezione “fonti”) ci documentano che il ricorso all’ospedalizzazione negli USA  riguardi circa il  4,6 persone ogni 100.000 abitanti,  mentre la malattia sembra colpire 169.3 persone  ogni 100.000 (5,7 in Cina, 258 in Italia). Quindi l’ospedalizzazione dovrebbe riguardare il 2,71% dei casi (e non il 70%).

Ugualmente, altri studi certificano la presenza di un numero di asintomatici valutabile tra il 46% ed i 62%.

Su queste basi, e senza alcuna pretesa di scientificità, ho azzardato il mio modellino di diffusione del contagio:

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Dove sostanzialmente il numero dei contagiati è calcolato retroattivamente (8 giorni), partendo dai decessi (media mobile a due giorni) registrati (aumentati dello scostamento documentato dall’ISTAT che certificano essere il 63% superiori)  ed in funzione della letalità registrata nei paesi con un numero di casi superiori a 2.000.

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In sostanza, il grafico mostra che avremmo sottostimato la diffusione del contagio fino a 25 volte la sua reale entità. Si noti che il grafico stima il numero di “attualmente positivi”  che scende per il semplice fatto che nel frattempo, la stragrande maggioranza (circa il 95%) guarisce.

Si tratta di un puro esercizio matematico, ma che ben spiega il rallentamento dei decessi (che non sarebbe invece più spiegabile attraverso il numero dei nuovi positivi rilevati, la cui crescita adesso è puramente attribuibile alla crescita del numero di test) e che mostra che siamo nella “coda” del processo epidemico della prima ondata (prima, eh sì, perchè dovremo prepararci alle successive).

Abbiamo quindi ragioni per essere felici come il periodo pasquale ci suggerirebbe?

Mettiamola così. Il ragionamento che mi sembra “filare” è che il problema era molto più grosso di quanto immaginassimo (si veda la chiara intervista del prof. Massimo Galli)  e che il “lockdown” sta funzionando.

Cosa dobbiamo aspettarci? Dobbiamo attenderci un continuo calo dei decessi (ma non necessariamente dei “Positivi rilevati” che  continueranno a fotografare una porzione del totale) e soprattutto dei ricoveri.

Ed infine, per usare le parole del professor Galli, cominciare a pensare (in fretta che non c’è tempo!) alla Fase 2.

Perchè anche un’economia che soffre si traduce in danno per le persone.

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Il grafico sopra, mostra il calo nei consumi di potenza in Italia nel 2020 rispetto al 2019.

Abbiamo una Task Force guidata da un manager d’eccezione, sperando che, con il tempo, si veda affidato anche qualche altro potere oltre quello di proposta.

(Oggi di internazionale non parliamo, perchè c’è davvero poco da raccontare di più di quanto non si abbia già raccontato ieri) .

Nel frattempo, come sempre, ed ancora per un po’ #stiamoacasa e #teniamoduro !

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Le fonti di oggi: